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Codice Appalti, le proposte di Ance e Anci: “Semplificazioni, incentivi e misure di trasparenza per contrastare l’illegalità”

Semplificare gli affidamenti, estendere l’uso dell’appalto integrato e valorizzare il progetto definitivo. Sono alcune delle proposte stilate da Comuni e costruttori per modificare il Codice Appalti e facilitare la realizzazione di opere pubbliche.

Per sbloccare le opere, costruttori e Comuni chiedono di valorizzare il progetto definitivo, estendere l’uso dell’appalto integrato e semplificare gli affidamenti. ANCI e ANCE hanno recentemente analizzato gli effetti del Codice Appalti e il trend previsto per il futuro, sostenendo l’introduzione di una regolazione degli appalti di lavori, forniture e servizi, e sottolineando fortemente il rischio che una disciplina troppo articolata e derivante da diversi fonti, non accompagnata da un congruo periodo transitorio ed una costante azione di assistenza e formazione del personale, avrebbe rallentato la realizzazione di opere pubbliche. Non a caso, nel 2016 si è registrato un calo del 37% dell’importo complessivamente posto in gara: un dato che accompagna un andamento della spesa effettiva per investimenti abbastanza disomogeneo tra i territori.
Analizzando invece le stime ANCI, su scala pluriennale, si può notare un trend positivo degli investimenti dei Comuni, “la cui ripresa è un dato incontrovertibile degli ultimi tre anni, sia pure con ritmi meno intensi di quanto auspicato”.
Nonostante ciò – prosegue il documento -, sono ancora troppo lunghi i tempi di realizzazione delle opere pubbliche: in media quasi 4 anni per gli appalti minori, circa 7 anni per le opere di importo compreso tra i 500 mila e i 50 milioni di euro e fino a quasi 15 anni per gli appalti di valore più elevato.

Le proposte di Ance e Anci

Costruttori e Comuni, nonostante riconoscano l’impatto positivo del Correttivo Appalti, ritengono siano ancora necessarie alcune modifiche strutturali, tali da sbloccare il processo finalizzato a facilitare la realizzazione di opere pubbliche. Ecco le dieci proposte suggerite dai due organi:

    • Attuare il Codice Appalti attraverso un’unica fonte regolamentare, abrogando dunque tutti i provvedimenti attuativi al fine di dare certezza normativa alle varie fonti adottate finora, opportunamente riviste e coordinate, mantenendo inoltre le funzioni di vigilanza, controllo e deflazione del contenzioso dell’ANAC.
    • Semplificare la regolamentazione inerente agli appalti pubblici per i piccoli Comuni mediante: revisione della disciplina che regola i requisiti professionali richiesti per l’individuazione e la nomina del RUP, procedura negoziata semplificata, ottimizzazione di oneri, tempi e modalità comunicative rivolte alle imprese.
    • Velocizzare la definizione delle regole tecniche per l’utilizzo delle piattaforme di e-procurement, in modo da dotare i Comuni di proprie piattaforme elettroniche di negoziazione.
    • Consentire alle stazioni appaltanti il ricorso all’affidamento della progettazione esecutiva e dell’esecuzione di lavori sulla base del progetto definitivo dell’amministrazione aggiudicatrice.
    • Introdurre il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa per i lavori di importo pari o comunque non superiore alla soglia comunitaria qualora si riscontrasse complessità tecnica dell’appalto, innalzando l’importo dei lavori aggiudicabili con il criterio del prezzo più basso, in base al progetto esecutivo, con conseguente esclusione automatica per le offerte anomale e semplificazione del metodo antiturbativa.
    • Abolire l’obbligo per il concorrente di indicare la terna di subappaltatori su cui fare il controllo rispetto ai requisiti generali, eliminando – in alternativa – il controllo su questi ultimi oppure richiedendo solo all’operatore aggiudicatario di indicare la terna dei subappaltatori prima della stipulazione del controllo.
    • Chiarire che la qualificazione delle SUA e delle CUC sia possibile per il complesso delle attività di cui all’articolo 38 del Codice Appalti ma relative ad ogni singolo ambito: 1. programmazione e progettazione; 2. affidamento; 3. verifica e esecuzione del contratto.
    • Accelerare la definizione del contenzioso in materia di appalto.
    • Riportare gli affidamenti di servizi attinenti all’architettura e all’ingegneria nell’ambito generale dei servizi e delle forniture, per quanto riguarda la soglia limite per affidamenti tramite procedura negoziata.
    • Indire procedure differenziate a seconda dell’importo per i lavori: fino a 40.000 euro, fino a 150.000 euro, fino a 500.000 euro e fino a 1 milione di euro.

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