Pubblicato il report che analizza la situazione italiana relativa agli infortuni sul lavoro: da gennaio a settembre del 2017 il tasso è aumentato del 2,1%. In forte crescita i casi di morte nelle zone situate a Nord Ovest del paese: +22% rispetto allo scorso anno.
Prosegue incessante l’aumento degli infortuni sul lavoro in Italia. Secondo gli ultimi dati forniti da Inail, infatti, le denunce registrate nei primi nove mesi dell’anno in corso ammontano complessivamente a 471.518: un incremento dello 0,13% rispetto allo stesso periodo del 2016. Una crescita che purtroppo riguarda anche le denunce di infortuni con esito mortale: in aumento del 2,12% (pari a 769 casi) rispetto ai nove mesi dello scorso anno. Un trend che, da quanto emerge, appartiene soprattutto agli uomini (+2,65%) mentre il genere femminile registra una lieve diminuzione del 2,67% (75 casi nel 2016 contro i 73 del 2017).
I dati suddivisi per regione
Le regioni caratterizzate da un incremento delle denunce sono, in particolar modo, quelle situate a Nord dello stivale, protagoniste di una crescita che oscilla dal +1,80% (Nord Ovest) al +1,32% (Nord Est). Dati nettamente in contro tendenza rispetto a Sud, Centro e Isole, luoghi in cui il tasso di denuncia diminuisce rispettivamente di -1,54%, -0,85% e -2,16% a differenza dell’anno passato. Fra le regioni che registrano l’aumento maggiore, troviamo la Sardegna (+2,28%), la Lombardia (+2,12%) e la Campania (+2.02%), mentre in Molise ed in Umbria si evidenziano le diminuzioni più consistenti, rispettivamente con un -15,82% e -8,97%.
L’analisi delle denunce degli infortuni sul lavoro con esito mortale, di natura geografica, rileva aumenti piuttosto consistenti al Nord Ovest (+22%), nelle Isole (+11,67%) ed al Sud (+7,14%). In compenso, al nord est ed al centro il trend è negativo, rispettivamente con un -11,71% ed un -5,39%.
Modalità di infortunio
Secondo l’analisi condotta da Inail, l’aumento delle denunce degli infortuni sul lavoro è sostanzialmente causato dall’incremento degli incidenti in itinere, ovvero quelli avvenuti durante il percorso casa – lavoro, durante il tragitto che collega due posti di lavoro oppure quello dal lavoro a luoghi di ristoro. Non a caso, solo quest’anno si sono verificati 70.044 casi, in aumento del 3,7% rispetto all’anno precedente. Al contrario, gli incidenti sul posto di lavoro sono diminuiti dello 0,47% rispetto al 2016. I dati relativi agli infortuni con esito mortale denunciati registrano invece un aumento in entrambe le fattispecie: sia quelle avvenute durante il lavoro (+0,36%), sia quelle accadute in itinere (+6,86%).
Milano maglia nera
Uno dei territori maggiormente colpiti è senza dubbio la Lombardia, regione in cui, tra gennaio e settembre si sono registrati 86.614 infortuni sul lavoro (+2,1%, inclusi quelli in itinere). Un contesto in cui Milano si posiziona al primo posto con 29.060 casi (il 33,6% del totale), seguita da Brescia (13,6%) e Bergamo (12%). Un primato negativo, quello del capoluogo lombardo, che si conferma anche per quanto riguarda i casi mortali: 29 sui 94 censiti in ambito regionale.
La preoccupazione dei sindacati
Una situazione che preoccupa notevolmente i sindacati lombardi Cgil, Cisl e Uil, che nei giorni scorsi – in concomitanza con le iniziative nazionali sui temi della salute e della sicurezza sul lavoro – hanno riunito, proprio a Milano, ben quattrocento rappresentanti dei lavoratori della sicurezza arrivati da tutta la regione, con l’obiettivo di rilanciare l’esigenza di un’azione di prevenzione efficace, partecipata e diffusa. A tal proposito, sempre nei giorni scorsi, i sindacati hanno approvato un apposito documento unitario in cui sollecitano un forte impegno sindacale e istituzionale sui temi sopra citati, nel quadro di un disegno generale e di un’azione coordinata tra livello nazionale e territoriale, che punti a rafforzare il sistema della prevenzione in tutti luoghi di lavoro, a partire dalle piccole aziende.