Intesa tra Regioni, Anci e Upi: pronti 540 milioni per il Piano nazionale dighe. Le risorse saranno ripartite attraverso un decreto del MIT.
Regioni, Anci e Upi raggiungono l’intesa sui parametri relativi alla ripartizione delle risorse nell’ambito del Piano nazionale dighe. Via libera dunque a 540 milioni di euro destinati agli interventi nel settore idrico, che saranno assegnati da un decreto di prossima firma del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
I criteri di ripartizione dei fondi
La ripartizione dei fondi destinati al Piano nazionale dighe prevede 13 parametri (10 quantitativi e 3 qualitativi), stabiliti di comune accordo dal MIT, i dicasteri di Ambiente, Agricoltura, Beni culturali e Economia e finanze, le Autorità di Distretto e l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, elaborati con lo scopo di assicurare a ogni distretto, classificato in base ai fabbisogni idrici e quantità di opere in esercizio, le risorse necessarie a promuovere la realizzazione di interventi strategici nel settore idrico.
I criteri prendono in considerazione sia la domanda di risorsa idrica, che tiene conto del consumo di acqua ripartito tra industria (21,30%), idropotabile (22,50%) e agricoltura (56,20%), sia la domanda di infrastruttura idrica, calcolata sul numero di grandi dighe e sulla quantità di metri cubi di acqua invasata a scopo irriguo e potabile, e suddivideranno i 540 milioni di euro tra le sette Autorità di distretto. Grazie a questo sistema di valutazione, all’interno di ogni distretto, sarà possibile individuare le opere prioritarie finalizzate agli obiettivi del Piano nazionale, ovvero la mitigazione dei danni legati alla siccità e il potenziamento delle infrastrutture idriche. I parametri previsti dal provvedimento saranno in grado di misurare la coerenza con la pianificazione di bacino e assicurare la sinergia tra misure dirette agli invasi e azioni di miglioramento della rete idropotabile.