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Rischio Sismico, dall’Ance un piano nazionale di prevenzione

Prevenzione rischio sismico, Adeguamento sismico

Detassazione del 100% della diagnosi statica e bonus per gli interventi di adeguamento sismico

Detrazione fiscale totale per il costo della diagnosi statica – obbligatoria – di edifici, pubblici e privati, nelle aree a maggior rischio sismico (zone 1 e 2) e bonus del 65% per gli interventi di adeguamento sismico che permettano di la messa in sicurezza degli edifici.

È quanto propone l’Ance – Associazione Nazionale Costruttori Edili – in vista del piano di prevenzione del rischio sismico.

Per quanto riguarda gli immobili pubblici, secondo Ance è necessario il rapido avvio di un piano di prevenzione del rischio sismico che, sul modello di quanto già previsto per la messa in sicurezza delle scuole e la riduzione del rischio idrogeologico, consenta di intervenire su tutte le strutture pubbliche, con una visione unitaria e con la necessaria concentrazione dei fondi.

Con riferimento al patrimonio edilizio privato, Ance sta provvedendo ad una valutazione in base a destinazione d’uso, epoca di costruzione e tipologia della struttura edilizia, per quantificare la dimensione necessaria degli interventi di messa in sicurezza.

Per aumentare il livello di conoscenza e consapevolezza del rischio da parte della popolazione, Ance propone che a tutti i contratti di trasferimento della proprietà o di locazione di un bene sia allegata la documentazione, redatta sulla base delle informazioni rese disponibili dalle istituzioni nazionali e locali, che attesti sinteticamente il rischio e fornisca informazioni sull’edificio.

Fondamentale, secondo Ance, introdurre l’obbligatorietà della diagnosi statica degli edifici nelle aree a maggior rischio sismico (zone 1 e 2), quantomeno per quelli realizzati ante 1974, perché da esso deriva la reale cognizione sulla vulnerabilità degli immobili, sulla base della quale qualunque proprietario sarà messo nella condizione di scegliere quali interventi dovranno essere effettuati per la riduzione del rischio.

Per diffonderne l’obbligatorietà, Ance propone una detrazione fiscale dell’intero costo necessario per la diagnosi.

Opportuno, per le nuove abitazioni, introdurre l’obbligo di fornire all’acquirente, all’atto del rogito, la documentazione relativa alle caratteristiche tecniche e statiche dell’immobile, unitamente alla descrizione delle azioni necessarie per una corretta manutenzione dell’edificio.

Un’altra importante azione, volta ad incentivare gli interventi di adeguamento sismico, è quella che utilizzare la leva delle detrazioni d’imposta, prevedendo anche tempi inferiori ai 10 anni, previsti dalla legislazione vigente, per recuperare la quota del 65% dei costi sostenuti e rimuovendo gli attuali limiti che per tali interventi restringono i benefici alle sole prime case e agli edifici a destinazione produttiva.

Per venire incontro alle difficoltà economico-finanziarie della parte di popolazione meno abbiente è possibile prevedere, contemporaneamente, il coinvolgimento di istituzioni finanziarie (banche, fondi, Cassa Depositi e Prestiti) per l’anticipazione delle risorse necessarie per gli interventi di adeguamento, dietro la cessione del credito fiscale risultante. Inoltre, è possibile prevedere contributi aggiuntivi a fondo perduto, erogati dalle regioni, per ridurre l’impatto economico degli interventi sulle famiglie e stimolarle a realizzare i lavori.

Infine l’Ance punta a fissare un congruo periodo di tempo per la realizzazione degli interventi di messa in sicurezza, pari a 10 anni dal varo del piano per la messa in sicurezza degli edifici in zona 1, e a 20 anni per quelli in zona 2.

Il mancato rispetto degli obblighi potrebbe prevedere, secondo Ance, alcune sanzioni come la non cedibilità dell’immobile o l’esclusione della possibilità di accesso a contributi pubblici per la ricostruzione in caso di eventi calamitosi.

Ance ritiene utile anche l’introduzione dell’assicurazione obbligatoria su tutto il territorio nazionale con una regolazione ben definita in termini di massimali, franchigie e premi, in modo da evitare eccessive distorsioni nell’applicazione delle polizze nelle varie zone con differenziali di rischio.

Si può ipotizzare un’obbligatorietà dopo alcuni anni dal varo del piano di prevenzione antisismico in modo da consentire ai proprietari di adeguare i propri immobili alle prescrizioni d’intervento e così ridurre il rischio dell’evento calamitoso abbattendo, allo stesso tempo, il premio assicurativo.

Infine, è necessario anche nel settore privato, introdurre una qualificazione delle imprese che operano sul mercato; una qualificazione che tenga conto del know how aziendale, della capacità di organizzare e controllare il processo produttivo in modo da garantire la corretta e adeguata realizzazione degli interventi, attraverso l’utilizzo delle migliori e più adeguate tecnologie costruttive.

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