Al centro del nuovo decreto Sblocca Cantieri anche la delocalizzazione permanente di abitazioni e attività economiche in seguito a calamità naturali.
Dopo la pubblicazione lampo in Gazzetta Ufficiale, emergono i primi obiettivi del nuovo decreto Sblocca Cantieri: velocizzare gli interventi di ricostruzione nelle aree colpite dal sisma e, in generale, tutti i lavori a seconda della loro rilevanza ai fini della pubblica incolumità.
Via libera agli appalti senza gara
L’impresa esecutrice dei lavori di riparazione e ricostruzione degli immobili danneggiati potrà essere scelta direttamente tra quelli iscritte nell’elenco speciale istituito per le attività di ricostruzione post-sisma. Eliminato dunque l’obbligo di richiedere un preventivo ad almeno 3 operatori. L’affidamento degli incarichi di progettazione, servizi di ingegneria e architettura e altri servizi tecnici per l’elaborazione di atti di pianificazione e programmazione urbanistica di importo inferiore alle soglie comunitarie avverrà con procedura negoziata previa consultazione di almeno 10 professionisti iscritti nell’elenco speciale. Per quanto riguarda i criteri di aggiudicazione sarà utilizzato il massimo ribasso.
La delocalizzazione
Modificando il Codice della Protezione Civile (D.lgs. 1/2018), il decreto Sblocca Cantieri inserisce la delocalizzazione all’interno del territorio regionale a carattere “possibilmente temporaneo” per il ripristino delle condizioni abitative ed economiche di case e imprese coinvolte in calamità naturali. Questo significa che, nel caso in cui non sia possibile ricostruire nel territorio danneggiato, la delocalizzazione potrà anche avere un carattere definitivo. Lo spostamento sarà però limitato alla stessa regione, a differenza della norma prevista dal Codice della Protezione Civile che prevedeva la delocalizzazione temporanea a livello nazionale.